All’atto di fabbricazione di una carta, viene attribuito un numero che appartiene solo a essa: il suo certificato elettronico. Questo numero deve essere criptato per essere poi messo sul microchip. Prima di tutto, bisogna disporre di una chiave segreta detenuta da un organismo bancario e custodita in locali in tutta sicurezza.
Questa chiave utilizza un algoritmo di crittografia molto elaborato. All’uscita si ottiene il certificato elettronico che non è altro, quindi, che un numero molto grande criptato. Il certificato elettronico è memorizzato in un angolo del microchip, il cervello della carta di credito o del bancomat. La carta viene introdotta nel terminale del commerciante (chiamato terminale POS). Fornisce diverse informazioni, come il certificato elettronico, il numero di carta e la scadenza di validità.
Il terminale verifica le informazioni ricevute, eseguendo un calcolo matematico che ha un solo risultato giusto. Se lo trova, la carta viene giudicata autentica e la transazione continua. (Geekinformatico.net).
Cosa è la chiave segreta? E’ il procedimento matematico che permette di decifrare un messaggio in codice. E’ una sorta di chiave di una cassaforte. La codifica del messaggio corrisponde a chiuderlo dentro la cassaforte.
Cosa è la chiave pubblica? Può essere paragonata ad un lucchetto aperto. Colui che vuole ricevere dei messaggi segreti, dà a tutti questo lucchetto, con cui i messaggi devono essere sigillati. Il più noto sistema per produrre una chiave pubblica è l’RSA, che prende il nome dalle iniziali dei tre ricercatori (Rivest, Shamir e Adleman) che lo misero a punto nel 1977.
ANATOMIA DI UNA CARTA DI CREDITO BANCARIA
FRONTE: di fronte nella carta risulta il nome o le iniziali della Banca tramite cui si ottine la carta, il microchip, il numero di carta e il circuito internazionale.
RETRO: nel retro della carta risulta il numero di carta con 3 cifre in più, richieste come verifica supplementare nei pagamenti a distanza o negli acquisti on-line, la banda magnetica e lo spazio per la firma.